miércoles, 21 de febrero de 2024

Homo no sapiens: La corretta ignoranza

  Una delle domande che mi sono posto solitamente nel corso della mia vita é: c’è la libertà nella nostra società? Da sempre mi hanno detto di sí, che è possibile fare quello che si desidera, dire quello che ci pare – dentro l’ eticamente accettabile – e non passerà nulla. Nonostante ciò, con il passare dei giorni, questa affermazione ripetuta e interiorizzata, non era poi così certa come credevo, o almeno era una degna affermazione da essere sottoposta a un discorso ragionato. 

  Personalmente, mi permetto sempre di dubitare su questioni riguardanti il tema della libertà sociale riguardo la vita in Spagna. Con il passare degli anni, crescendo, mi sono reso conto di quanto siamo radicalizzati e polarizzati rispetto a questioni riguardanti quello che accade intorno a noi. Da domande tipiche e “inoffensive” che i familiari pongono nell’età infantile, come ad esempio: Sei del Madrid o del Barcellona? A domande più serie come: Per quale Partito voterai? Sei di Destra o sei di Sinistra? Quando mi fanno le suddette domande, soprattutto la prima, quando ero piccolo, era un dilemma scegliere, così la mia scelta verteva verso il Real Madrid, non perchè mi piacesse la squadra, ma piuttosto per il colore della camicia che era più gradevole visualmente. Nell’età adulta, in realtà, il calcio diventa per me uno sport poco gradito, e dunque, la risposta diventa più chiara: non mi piace il calcio.

  Riguardo le domande sulla politica, si tocca un punto più complesso. Da giovane, possedevo ideali di sinistra che ad oggi non sono più del tutto chiari. Dalle conclusioni tratte, non posseggo una direzione sicura e questo crea difficoltà alla mia persona. Per esempio ogni quattro anni, quando vi sono le campagne elettorali, diventa estremamente difficile scegliere il partito da votare. Inizia quindi un largo e complesso processo di lettura di programmi elettorali, e analisi degli stessi, che ci portano a cercare i pro e i contro di questo o di quell’ altro Partito politico, fino a quando finalmente si arriva alla conclusione, ossia, che il Partito politico che merita il mio voto è ...

   In altre parole, non è possibile dare una risposta concreta se non so quello di cui si sta parlando. Non è possibile criticare un qualcosa o qualcuno che non si conosce semplicemente per quello che viene detto da terzi . Non vi è un detto che dice “non ti fidare di quello che senti, e di quello che vedi a metà”? Quindi, perchè la gente preferisce limitarsi ad uno slogan, ad un’ idea concepita in precedenza, o ad un colore?

  La realtà è che si è persa la capacità di riflettere; lo spirito critico è sfortunatamente superato da tempo. È facile vedere ciò che provoca rifiuto negli altri però si può prendere qualcosa di buono da quello che si rifiuta , e vedere in che modo questo ha un effetto su di noi, allontanandoci dall’ opionione altrui.

  L’ autore Antony Beevor, nel suo libro Rivoluzione e Guerra Civile 1917-1921: Russia, dice quanto segue in relazione a come i Bolscevichi preparavano il loro discorso nell’ anno 1917: 

“In un epoca in qui la massa aveva poca formazione politica, uno dei vantaggi dei bolscevichi era che i suoi oratori non tentavano di convincere il pubblico mediante argomenti, se non per la semplice ripetizione di slogan (una tendenza che, per inciso, tuttavia sembra funzionale)”.

 Non si può non essere d’ accordo, semplicemente è necessario fermarsi un secondo per ottenere la consapevolezza della “verità”; poco importa dove tu vada, poco importa quello che tu faccia, poco importa quello che tu dica... la “verità” sarà sempre tua fedele compagna di viaggio. In una conversazione sulla politica, lo sport, il cinema, ecc., poca gente si limita ad adottare una posizione critica rispetto al tema in questione. Semplicemente si limitano a ripetere una serie di slogan, idee, o dati che nella maggior parte dei casi, non si sono minimamente posti di contrastare, credendo che è socialmente accettato e non può esistere nessun’ altra alternativa possibile. Di conseguenza, appare strano ascoltare certi slogan come chi difende i terrappiattisti, oppure la tesi che la medicina omeopatica possa curare qualsiasi malattia, oppure ancora, che vaccinarsi dal covid non faccia bene perchè ci introducono chip localizzatori come se non fossimo già sufficientemente perseguitati e geolocalizzati con i nostri amati cellulari di ultimissima generazione.

  Al contempo, la rapida evoluzione tecnologica , effettuata entro il primo decennio degli anni 2000 fino ad oggi, ha dato luogo al fatto che la società si ritrovi ogni volta più anestetizzata e instupidita rispetto a tutto quello che la circonda. Seppur le reti sociali e gli ultimi modelli di cellulari ci hanno reso la vita molto più semplice, in alcuni casi hanno anche contribuito a far sì che il nostro cervello smetta di riflettere su quello che ci circonda e semplicemente si limita a generare dopamina per questo like in questa o in quella rete sociale, trasformandoci in autentici drogati tecnologici. Questa o quella questione che prima si poteva smentire attraverso la lettura, la comparazione e la critica sulle teorie di differenti autori, al giorno d’ oggi si limita a farci credere qualsiasi cosa per il semplice fatto che il nostro amato influencer , youtuber, o streamer , lo pensi, che il pensiero sia errato oppure no. La loro parola è SACRA portando i politici e i nuovi guru new-age ad approfittare di questo enorme filone di oro.

  Per questa ragione, dobbiamo alzare la testa davanti al mondo in cui viviamo . È importante essere profondamente critici e non limitarci alle informazioni “che ci piacciono”. Bisogna fuggire dalle risposte semplici e domandarci sempre il perchè delle cose. Solo in questa maniera si può annientare l’ottusità alla quale la società ci sottomette. Come afferma Arturo Pérez - Reverte in un tweet pubblicato nel 2022 : “ Unisci un malvagio con 1.000 stupidi e otterrai 1.001 malvagi. È la semplice storia dell’ Umanità”. Non potrei essere più d’ accordo.   


   Autore: Rubén Canosa Leiro.

 Traduzione dallo spagnolo all' italiano: Deborah Dente.

lunes, 19 de febrero de 2024

Homo no sapiens: la correcta ignorancia.


Una de las preguntas que me he hecho a lo largo de mi vida es: ¿Hay libertad en nuestra sociedad? Desde siempre me han dicho que sí, que tú puedes hacer lo que quieras, decir lo que quieras – dentro de lo éticamente aceptable – y no pasará nada. Sin embargo, conforme he ido creciendo, he observado como esa afirmación quizá no fuera tan cierta como yo creía, al menos era digna afirmación de ser sometida a un cuestionamiento razonado.

Personalmente, me permito siempre dudar sobre cuestiones tales como el tema de la libertad social que tenemos las personas en España. A medida que he ido creciendo y pasando por diferentes etapas de mi vida: infancia, adolescencia, juventud, adultez. He ido dándome cuenta de lo radicalizados y polarizados que estamos respecto a cuestiones de nuestro día a día. Desde preguntas típicas e “inofensivas” que podían hacerte familiares cuando eres pequeño, tales como: ¿Eres del Madrid o de Barça? Hasta preguntas más serias: ¿A qué partido político vas a votar? ¿Eres de izquierdas o de derechas?

Cuando a mí me hacían, y hacen, esas dos preguntas que acabo de señalar; respecto la primera de ellas, cuando era pequeño, me asaltaba serias dudas sobre que elegir, así que me decantaba por el Real Madrid; no porque me gustara el equipo, sino porque la equipación me resultaba más agradable visualmente. Luego, a medida que he ido creciendo, me he dado cuenta de que el fútbol no es un deporte que me atrae, con lo que mi respuesta se fue haciendo más clara: no me gusta el fútbol.

Respecto a las preguntas sobre política ya era, y es, algo más complejo. Cuando era más joven mi idea de la política comulgaba más con la izquierda. Sin embargo, a día de hoy, no lo tengo tan claro, pues las conclusiones que saco van siempre balanceándose de un lado hacia el otro. Y eso, en ciertas ocasiones, me pone en aprietos. Por ejemplo, cada cuatro años, cuando hay campaña electoral, me resulta extremadamente difícil saber a quién voy a votar. Empieza entonces un largo y complejo proceso de lectura de programas electorales y análisis de los mismos, que me llevan a buscar los pros y contras de este o aquel partido político, hasta finalmente llegar a la conclusión que el partido que merece mi voto es…

En otras palabras, no puedo dar una respuesta fácil si no sé de qué me están hablando. No puedo, tampoco, criticar algo que desconozco (o a alguien) simplemente por lo que escucho de terceros ¿no hay un refrán que dice: “no te fíes de lo que escuches y de lo que veas la mitad”? Entonces, ¿por qué la gente prefiere limitarse a seguir un eslogan, una idea preconcebida o un color? La realidad es que se ha perdido la capacidad de reflexionar, nuestro espíritu crítico hace tiempo que pasó a mejor vida. Es fácil ver lo que nos produce rechazo en lo ajeno, pero ¿podríamos sacar también algo bueno de eso que rechazamos y ver en que medida nos afecta alejándonos de la opinión ajena?

El autor Antony Beevor, en su libro Revolución y Guerra Civil 1917 – 1921: Rusia, dice lo siguiente con relación a como los bolcheviques preparaban sus discursos en el año 1917:

En una época en que las masas apenas tenían formación política, una de las ventajas de los bolcheviques era que sus oradores no intentaban convencer a la audiencia mediante argumentos, sino por la simple repetición de eslóganes (una tendencia que, dicho sea de paso, todavía parece funcionar).

(Beevor, 2022, pp. 118 – 119)

No podría estar más de acuerdo, solo es necesario pararse un segundo en nuestro día a día para darnos cuenta de que siempre se dice la “verdad”; da igual a donde vayas, da igual lo que hagas, da igual lo que digas, la “verdad” siempre será tu fiel compañera de viaje. Apenas sale una conversación (política, deporte, cine, etc.) y poca gente se limita a adoptar una postura crítica respecto al tema en cuestión. Simplemente, se limitan a repetir una serie de consignas, ideas, datos que, en la mayoría de los casos, ni siquiera se han limitado a contrastar, creyendo que eso es lo que está socialmente aceptado y no puede existir ninguna otra alternativa posible. Luego nos extrañamos cuando escuchamos ciertas consignas como las defendidas por los terraplanistas, que la medicina homeopática realmente nos curaba de cualquier dolencia o que vacunarse del covid era malo porque nos introducían chips de seguimiento (como si no estuviéramos ya suficientemente acosados y geolocalizados con nuestros queridos móviles de ultimísima generación).

Por otra banda, la rápida evolución tecnológica llevada a cabo entre la primera década de los años 2000 hasta hoy, ha dado lugar a que la sociedad cada vez se encuentre más anestesiada y estupidizada respecto a todo lo que le rodea. Aunque las redes sociales y los últimos modelos de móviles nos han hecho la vida mucho más fácil, en algunos aspectos, también han contribuido a hacer que nuestro cerebro deje de reflexionar sobre lo que nos rodea y simplemente se limite a generar dopamina por ese like en esta o aquella red social, haciéndonos auténticos drogadictos tecnológicos. Esta o aquella cuestión que antes se podía desmentir a través de la lectura, comparación y crítica de teorías de diferentes autores, a día de hoy se encuentra limitada a que lleguemos a creernos cualquier cosa por el simple hecho de que nuestro influencer, youtuber o streamer de cabecera también defiende esa forma de pensar (quizás errada o quizás no). Y como no, si ellos lo dicen, es PALABRA DE DIOS (no es de extrañar que el mundo de la política y los nuevos gurús new age aprovecharan semejante filón de oro).

Por esa razón, debemos levantar la cabeza ante el mundo que vivimos. Debemos ser profundamente críticos con todo lo que nos rodea y no limitarnos simplemente a buscar y creernos la información que “nos gusta”. Debemos huir de las respuestas fáciles y preguntarnos siempre el porqué de las cosas. Solo de esta manera lograremos huir de esa estupidización a la que nos tienen sometidos. Como bien afirmó Arturo Pérez – Reverte una vez en Twitter (actual X): “Junte a un malo con 1.000 tontos y tendrá usted 1.001 malos. Es simple historia de la humanidad”. No podría estar más de acuerdo.


Las Tsubas: pequeñas obras de arte en el Japón feudal.

     La katana japonesa es probablemente la espada más famosa de todo el mundo. Un arma de gran belleza que era portada con honor por l...